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Chi non ha mai avuto a che fare almeno una volta con il mal di schiena? Le statistiche parlano chiaro: in media 8 individui su 10 sperimentano nel corso della propria vita questa dolorosa esperienza. E’ un dato certamente significativo, alla cui base possono esserci varie cause che si alimentano a vicenda. Se è vero che fortunatamente solo in piccola percentuale ci sono cause gravi di natura medica, nella stragrande maggioranza dei casi non si deve andare troppo lontano per cercare le responsabilità dei nostri malanni: sedentarietà crescente, uso spesso smodato di computer (e supporti elettronici in genere) e automobile, scarsa pratica di attività sportiva (ma spesso anche un suo eccesso), obesità, ecc…. In una buona percentuale di situazioni ci si confronta con fastidi tollerabili che non richiedono interventi particolari, ma in alcuni casi questo problema può arrivare a invalidare la vita di chi ne è afflitto, peggiorandone sensibilmente la qualità. Non è infatti infrequente sentire ad esempio di conoscenti o parenti che hanno dovuto cambiare lavoro per colpa del mal di schiena!

Per questo è importante affrontare il problema scegliendo un percorso terapeutico efficace finalizzato a tale scopo. In questo contesto l’osteopatia, in quanto terapia manuale, gioca un ruolo fondamentale. Si mira infatti ad offrire un valido ed efficace supporto complementare all’approccio tradizionale riabilitativo. La peculiarità dell’osteopatia è quella di andare alla ricerca, quando possibile, della causa che ha originato il dolore (questo è un principio cardine che vale per qualunque disagio), ritrovandola molto spesso lontano dalla sede in cui lo stesso  si manifesta. Può infatti rivelarsi insufficiente agire sul sintomo se la colonna vertebrale, e le strutture ad essa collegate, continuano, anche in assenza di dolore, a funzionare male, dal punto di vista muscolare e articolare, ma non solo.

L’osteopata può intervenire efficacemente sia in fase acuta (il classico “colpo della strega”) sia in fase cronica, con l’obiettivo, nel primo caso soprattutto di dare un sollievo quanto più possibile rapido al dolore, e nel secondo di prevenire ed evitare quanto più possibile il rischio di recidive, molto frequenti nel caso del mal di schiena. Il tutto sempre con manipolazioni dolci e mai dannose per chi le riceve, adatte quindi a persone di tutte le età,  che mirano a ristabilire quanto più possibile degli equilibri che si erano perduti ed a stimolare un percorso di auto-guarigione.

Il mal di schiena infatti, così come ogni dolore, è la manifestazione esterna di un disagio dell’organismo, e come tale può avere implicazioni di varia natura, che vanno molto spesso al di là della scoperta, tramite indagini strumentali, della presenza di protrusioni o ernie. Queste infatti vengono troppo spesso accusate di essere gli unici responsabili del problema, trascurando però di fatto l’enorme complessità del corpo umano. Nel caso del mal di schiena lombare, ad esempio, l’osteopata può considerare come causa una vecchia distorsione di caviglia mal curata e ormai dimenticata dal paziente, oppure un alterato funzionamento degli organi interni (es. classico disturbi intestinali, stitichezza, ecc…). Questo ci fa quindi capire che non si deve e non si può ragionare a compartimenti stagni: ogni parte del nostro corpo è collegata inevitabilmente all’altra. Se quindi un “componente della macchina” non funziona bene, altri “componenti” ne risentiranno. All’osteopata quindi il compito di “sistemare” e regolare questi ingranaggi, come un meccanico, per farli funzionare al meglio, dando allo stesso tempo preziosi consigli ed esercizi per ottimizzare i risultati. E’ sempre infatti fondamentale per il terapeuta considerare la rilevanza di tutto quello che concerne lo stile di vita della persona (igiene alimentare, sonno, sport) nonché la sua attività lavorativa. Su questi aspetti l’osteopata fornisce, ogni volta ne vede il bisogno, dei consigli finalizzati a mantenere e ottimizzare gli effetti dei trattamenti.

Non si può infine non concludere dicendo che l’osteopata può e deve collaborare, nel fine ultimo del benessere della persona, con le altre figure, mediche e non, per il conseguimento del miglior risultato e nel più breve tempo possibile.

Alessandro Sgandurra

Osteopata D.O.

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Articolo scritto dal
Dott. ALESSANDRO SGANDURRA

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